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domenica 17 febbraio 2008

CINA-SPARISCONO BAMBINI

In Cina spariscono 190/ 200 bambini ogni giorno. Una coraggiosa inchiesta di Clare Dwyer Hogg, dell'Ob server Magazine ( il domenicale del quotidiano britannico The Observer) assieme alle indagini del regista Jezza Neuman e di Save the children hanno permesso di svelare questa atrocità di cui a Pechino nessuno vuole parlare: settantamila bambini cinesi spariscono ogni anno, nell'indifferenza totale.
Affrontare l'argomento significa inoltrarsi su un terreno estremamente pericoloso, perché questo è il risultato della politica della "pianificazione familiare" che ha abbassato notevolmente il tasso di natalità poiché il figlio cinese "deve essere unico e maschio", il che ha incentivato anche la pratica dell'infanticidio femminile.
In Cina dal 1979 (anno in cui è stata varata la prima regola del figlio unico) a oggi si è arrivati a 40 milioni di bambine vittime dell'aborto selettivo. Secondo l'organizzazione Save the Children «in Cina è in atto un esperimento di massa sulla vita familiare che non ha precedenti nella storia mondiale».
Prima del concepimento i futuri genitori devono ottenere un permesso dallo Stato.
Le famiglie contadine possono essere autorizzate ad avere un secondo figlio, ma solo se il primo è femmina. Le coppie cinesi che vivono in città no, se violano la norma del figlio unico devono pagare una multa di 8.000 yuan, quasi 800 euro, una cifra enorme se si considera che lo stipendio di un operaio specializzato annuo è inferiore ai 2.000 euro.
Ma non tutte le donne cinesi sono disposte ad abortire per sopprimere la propria figlia, piuttosto preferiscono nasconderla finché possono e quando ciò diventa troppo rischioso affidarla agli huagiao, i cinesi emigrati d'oltremare, che spediscono le bambine nelle comunità cinesi in Asia Sudorientale, America, Europa, (Milano compresa) dove vengono impiegate come schiave del lavoro. Sempre meglio che metterle negli orfanotrofi statali cinesi, veri e propri lager, dove maltrattamenti, sevizie, violenze di ogni genere, sessuali comprese, così come i test per sperimentare nuovi farmaci, sono la quotidianità.
Solo l'anno scorso il ministero della Pubblica sicurezza cinese ha ammesso per la prima volta che nel 2007 ci sono stati 2.500 rapimenti di donne e di bambini. Un dato molto inferiore rispetto alle stime di Save the Children che indicano in almeno 70.000 i bambini cinesi che vengono rapiti ogni anno in Cina. Per la legge cinese è illegale il sequestro di donne e bambini destinati a essere venduti, ma non esistono disposizioni sul rapimento per fini diversi dalla vendita. Chi viene rapito per diventare schiavo in una fabbrica o per prostituirsi non conta. La polizia segreta cinese ha occhi e orecchie ovunque, non gli sfugge nulla, tranne l'identità dei trafficanti di bambini, di chi li compra e di chi dirige questo lucroso traffico.
I maschietti cinesi sono molto richiesti dalle neo ricche famiglie di Pechino, Tientsin, Anshan, Dalian. Ma la legge del figlio unico e maschio costringe anche famiglie normali, con un reddito annuo pari a 1500 euro, ad indebitarsi pur di avere un erede di sesso maschile e non rischiare di sopprimere la propria bambina. Nella torbida ombra cinese agisce, con il benestare delle Triadi, una rete criminale molto bene organizzata e protetta. In Cina non è illegale comprare un bambino, i trafficanti non hanno quindi difficoltà a giustificare le loro azioni: cercano di soddisfare una domanda che di per sé non è reato. Mentre ovviamente in realtà lo è. Un bambino può fruttare circa 10.000 yuan (1.000 euro, una grossa cifra in Cina).
A livello mondiale i trafficanti di bambini muovono un "giro d'affari" di 22 miliardi di euro l'anno. I bambini cinesi che scompaiono ogni giorno non si trovano perché nessuno, a parte i loro genitori, li vuole trovare.
Riassunto da Libero
Ahh..le "gioie" del comunismo. Indignarsi sarebbe il minimo, eppure sia il "partygiano" Bertinotti, tanto dedito al pacifismo, che la paladina dei diritti umani, Emma Bonino, in Cina non hanno emesso una "sillaba", di sdegno davanti a tanti orrori.
Il commercio dei bambini non é l'unico, nel paese di Mao, ci sono i laogai, c'è il commercio degli organi dei condannati a morte, c'è la pena di morte, c'è lo schiavismo, la persecuzione religiosa, la pratica diffusa della tortura...
Un vero paradiso. BOICOTTARE LE OLIMPIADI sarebbe il minimo.
Orpheus


http://orpheus.ilcannocchiale.it/?r=78307

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