NOTIZIE DEI BAMBINI CHE SOFFRONO NEL MONDO

sabato 10 aprile 2010

Uccide due figlioletti e si suicida

Uccide due figlioletti e si suicida
24/9/2009
Bologna,la mamma assassina era depressa
Una 34enne ha ucciso i suoi due figli, un bimbo di sei e una bimba di cinque anni, accoltellandoli e poi affogandoli all'interno della loro abitazione di Castenaso, grosso comune alle porte di Bologna. La donna, separata dal marito, si è quindi uccisa gettandosi dalla terrazza al secondo piano di una palazzina di via Mazzini, nel centro del paese. A scatenare il gesto di follia sarebbe stata la depressione che aveva colpito la donna.


All'origine del raptus si ipotizza ci sia stata una forte depressione che aveva colpito Erika Mingotti dopo la separazione dal marito, di 41 anni, avvenuta circa un anno fa. Gli inquirenti stanno valutando la lettera che la donna, che ha anche cercato di tagliarsi le vene, ha lasciato. Parole da cui, a quanto si è appreso, traspaiono solitudine e depressione di cui si sentiva vittima. Problemi "familiari e personali", non di natura economica.

Ancora da chiarire la dinamica del delitto. I due bambini, Alessio e Arianna, sono stati accoltellati, forse storditi prima con sonniferi. A dare l'allarme sono stati i vicini, che hanno sentito il tonfo del corpo caduto in strada. I carabinieri della compagnia di Medicina e del Reparto operativo hanno poi trovato i corpi dei due piccoli sul letto, erano bagnati.

Ultimamente, ha spiegato un vicino di casa Erika era dimagrita. Portava ogni giorno i figlia a scuola e, ha aggiunto, "sicuramente non era semplice per una donna con due bimbi piccoli gestire la famiglia e andare a lavorare, era una che sgobbava". Un'amica la ricorda "dolce, calma, tranquilla, mai trasandata. Anche dopo la separazione era sempre una donna molto curata".

Alessio aveva da poco iniziato la prima elementare a Castenaso, ed Erika, chiacchierando pochi giorni fa, le aveva detto di essere riuscita a risparmiare sulle spese del corredino scolastico del bambino utilizzando i punti della raccolta al supermercato per prendergli lo zainetto. Un racconto che aveva colpito l'amica per pragmatismo e forza d'animo.

Ma qualcuno forse un'ombra l'aveva intravista. Un'altra conoscente ha raccontato al vicesindaco di Castenaso, Andrea Biagi, di avere di recente consigliato a Erika di ricorrere ad un aiuto psicologico. L'aveva fatto, ha spiegato la conoscente, proprio perché anche lei, passata da una separazione, sapeva quanto fosse difficile come momento. Biagi, che ha anche la delega ai servizi sociali, ha aggiunto che non risulta che la donna fosse seguita dai servizi di igiene mentale di Budrio, e che il marito, a marzo, aveva invece chiesto informazioni al Comune sulle procedure per ottenere una casa popolare poiché il giudice aveva assegnato la casa a moglie e figli.

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo461121.shtml

L'ex moglie ha ucciso, sgozzandoli, i cinque figli; ora a lui, riconosciuto come vittima nel processo

Moglie uccide figli,lui deve pagare

28/3/2010
Belgio, Stato gli chiede spese processo
L'ex moglie ha ucciso, sgozzandoli, i cinque figli; ora a lui, riconosciuto come vittima nel processo, lo Stato belga ha chiesto di risarcire le spese della giustizia: oltre 72mila euro. La richiesta è rivolta sia a Bouchaib Moqadem sia alla ex consorte Genevieve Lhermitte; ma siccome la donna è in carcere per l'infanticidio, dovrà essere il marito a pagare. "Sono disgustato e sgomento", ha commentato l'uomo; il suo legale ha presentato ricorso.


Secondo la ricostruzione fatta durante il processo, la donna sgozzò una dopo l'altra le sue quattro figlie Yasmine, di 14 anni, Nora di 12, Miryam di 10, Mina di 8 e il maschietto di tre anni, Medhi. Li uccise in casa, dove si trovava da sola dato che il marito algerino era da quasi un mese assente, nel suo Paese. Poi cercò a sua volta di togliersi la vita ma senza successo. La giuria ha ritenuto che Genevieve Lhermitte "fosse in uno stato ansioso-depressivo grave che ha alterato, ma non annullato, la sua capacità di capire" ciò che stava facendo.

Moqadem e la sua ex moglie hanno nel frattempo venduto la casa familiare, nella divisione dei beni seguita al divorzio. L'avvocato dell'uomo si e' rivolto al ministro delle finanze Didier Reynders, sperando che la "morale superi le ragioni amministrative" e che lo Stato dia prova di "moderazione giustificata dal carattere tragico di questo quintuplo infanticidio".

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo477636.shtml?refresh_cens&fontsize=medium

Sposa bambina muore di parto

13/9/2009
Sposa bambina muore di parto
Yemen, la piccola aveva 12 anni
A 11 anni era stata ritirata da scuola e data in sposa. Un anno dopo, a 12 anni, è morta dando alla luce il suo primo figlio: a denunciare la sorte della bambina yemenita è un gruppo per la difesa dei diritti dell'Uomo a Sanaa. L'organizzazione ha precisato che Fawzia Abdallah Youssef è morta venerdì per un'emorragia nell'ospedale saudita di Hajja, a nord di Sanaa, e il bambino è nato morto.


Dietro a questa nuova tragedia di una sposa bambina, secondo la denuncia, le condizioni di estrema indigenza della sua famiglia. Lo scorso anno un'altra bambina era salita agli onori della cronaca in Yemen, in un caso che si era però concluso positivamente. Nojoud Mohammad Ali, 8 anni, era stata costretta a sposare un giovane di 28 anni. Ma la piccola aveva denunciato suo padre e ottenuto il divorzio.

Anche in Arabia Saudita un'altra bambina di 8 anni era stata sposata a sua insaputa ad un uomo di 50 anni. Sua madre però si era rivolta al tribunale e, al termine di una battaglia legale durata otto mesi, era riuscita ad aprile di quest'anno ad ottenere l'annullamento del matrimonio.

Sia nello Yemen che in Arabia Saudita sono attive diverse organizzazioni, in particolare movimenti femministi, che si battono per fissare per legge a 18 anni l'età minima per il matrimonio.



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo460097.shtml?refresh_cens&fontsize=medium