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martedì 5 maggio 2009

Save the Children: 'per 200 milioni sviluppo a rischio'


» 2009-05-05 13:14
Save the Children: 'per 200 milioni sviluppo a rischio'
ROMA - Nei paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini con meno di 5 anni (circa il 40% del totale) non riesce a raggiungere il suo massimo e completo sviluppo cognitivo a causa della povertà, della scarsa alimentazione, delle precarie condizioni di salute e delle cure inadeguate. Lo stima Save the Children nel rapporto sullo stato delle madri nel mondo presentato oggi a Roma, ricordando che circa 9 milioni di bambini con meno di 5 anni muoiono ogni anno. L'organizzazione - che quest'anno compie 90 anni a livello internazionale e dieci anni in Italia - sottolinea che uno dei risultati di tanti disagi socio-economici è che molti di questi bambini o non si iscrivono a scuola o sono destinati ad una carriera scolastica di insuccessi. Il Ciad, seguito da Afghanistan, Burundi, Guinea Bissau e Mali, è la nazione in cui i bambini hanno i peggiori risultati a scuola. "Purtroppo - commenta Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia - è ancora enorme il gap fra la condizione delle donne e dei bambini nei paesi ricchi e quelli poveri. Se si continua di questo passo è escluso che raggiungeremo il 4/o e 5/o obiettivo del millennio, cioé la drastica riduzione della mortalità infantile e di quella materna. Il G8 rappresenta un' occasione importante per mantenere gli impegni economici presi nel 2007, ossia di destinare 1,5 miliardi di dollari all'anno. Tuttavia per garantire a pieno il diritto alla salute di mamme e bambini e quindi raggiungere gli obiettivi di sviluppo è necessaria una quota aggiuntiva di 10,2 miliardi di dollari all' anno".

SAVE THE CHILDREN HA 90 ANNI, PRESENTE IN 120 PAESI
Save the Children compie quest'anno 90 anni. In Italia invece, l'organizzazione internazionale che si occupa della tutela dei minori, è attiva da dieci anni. Attualmente opera in 120 paesi al mondo con uno staff di circa 14 mila persone. Save the Children è stata fondata a Londra nel 1919 da Eglantyne Jebb, una infermiera della Croce Rossa rimasta colpita dalle terribili condizioni di vita dei minori in Europa dopo la prima guerra mondiale. Si deve a lei il rivoluzionario concetto, per l'epoca, che anche i bambini sono titolari dei diritti. Nel 1923 Eglantyne scrisse la prima Carta dei Diritti del Bambino. "Tutto quello per cui la nostra fondatrice ha combattuto 90 anni fa, è ancora quello in cui Save the Children crede oggi e la base del suo operato in tutto il mondo - afferma Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia - La nostra missione, in Italia come nel resto del mondo, è assicurare ad ogni bambino il rispetto dei suoi diritti - quello alla salute, alla nutrizione, al cibo, ad una dimora, all'educazione - e proteggerli da ogni tipo di violenza, abuso e sfruttamento, ascoltare i minori, coinvolgerli in ogni decisione che li riguarda e impegnarsi affinché il loro punto di vista sia preso in considerazione".


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