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giovedì 11 dicembre 2008

Fao: "Oltre 900 mln di affamati"

Fao: "Oltre 900 mln di affamati"
Più della metà in soli sette Paesi
L'aumento dei prezzi del cibo ha costretto quest'anno altri 40 milioni di persone a soffrire la fame, facendo salire il bilancio complessivo delle persone malnutrite nel mondo a 963 milioni. Sono dati diffusi dalla Fao, l'agenzia per l'alimentazione dell'Onu. "Per milioni di persone, mangiare ogni giorno la quantità minima di cibo indispensabile è una chimera", ha detto Hafez Ghanem, vicedirettore generale.

La fame è una trappola dalla quale molti Paesi non riescono proprio ad uscire: secondo il rapporto sullo "Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo", oltre 907 milioni di persone sottonutrite vivono nei Paesi in via di sviluppo, e il 65% di essi vive in soli 7 Paesi: India, Cina, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Indonesia, Pakistan ed Etiopia.

Nell'Africa sub-sahariana una persona su tre - che fanno in tutto 236 milioni - è cronicamente affamata. Un aumento aggravato dalla situazione della Repubblica Democratica del Congo: per il riaccendersi del conflitto da 11 milioni gli affamati sono diventati 43 milioni (nel 2003-05) portando la percentuale delle persone sottonutrite dal 29 al 76 per cento del totale. Popolazione numerosa e progressi relativamente lenti nella riduzione della fame fanno sì che circa due terzi degli affamati vivano in Asia (583 milioni nel 2007).

Alcuni Paesi del Sud-Est asiatico come Thailandia e Vietnam hanno migliorato le condizioni dei propri abitanti mentre Asia del Sud e Centrale non ce l'hanno fatta. Nell'insieme l'Africa sub-sahariana ha fatto qualche passo avanti e la percentuale dei sottonutriti è passata dal 34 per cento del biennio 1995-97 al 30 del periodo 2003-2005. Ghana, Congo, Nigeria, Mozambico e Malawi sono i Paesi che hanno registrato la riduzione più marcata. Il Ghana è l'unica nazione che ha raggiunto sia l'obiettivo di riduzione del numero stabilito dal Vertice Fao del 1996, sia quello della diminuzione della proporzione (Obiettivi del Millennio).

La crescita della produzione agricola è stata il fattore decisivo. I prezzi dei principali cereali sono calati di oltre il 50 per cento rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008, ma rimangono tuttavia alti rispetto agli anni precedenti. Nonostante il sensibile calo degli ultimi mesi, l'Indice Fao dei prezzi alimentari nell'ottobre 2008 era ancora un 20 per cento più alto rispetto all'ottobre 2006.

Con i prezzi delle sementi e dei fertilizzanti più che raddoppiati rispetto al 2006, i contadini poveri non sono stati nelle condizioni di poter aumentare la produzione. Ma gli agricoltori più ricchi, soprattutto nei Paesi sviluppati, sono riusciti a sostenere i prezzi più alti e ad espandere le semine. Di conseguenza la produzione cerealicola dei paesi sviluppati è probabile aumenti di almeno il 10 per cento nel 2008.



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo435500.shtml

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